L'ego viene definito come "io", ambedue di origine latina. L'ego è un termine ben poco compreso, in quanto letteralmente significa "il sé". Lo psicologo Sigmund Freud vide l'ego come un qualche amministratore intelligente che si preoccupa di far proseguire la persona di fronte alle avversità.
L'ego non è una personalità di per sé, benché sia una parte che rimane con l'anima perfino dopo la morte. L'ego rappresenta una percezione della mente falsa dell'individuo, di come si desideri essere, piuttosto che il vero sé. L'ego rappresenta una parte dell'espressione individualizzata dell'anima, e viene più facilmente espressa attraverso la personalità. La personalità fisica d'altra parte, mentre viene impressa alla nascita, sviluppata e forgiata durante la vita, diminuisce con la morte.
L'ego non è la porzione più conoscibile o potente del sé. Sembra dominare durante la vita fisica, ma viene soggiogato dopo la morte dove la personalità non fisica si riallinea con le sue componenti psicologiche.
Il nostro è un tentativo di liberarci dall'ego, attraverso le vite successive, in quanto è l'ego che ci collega al mondo fisico. Il tempo cesserà quanto tutti sapremo superare l'ego. Questo avviene perché la coscienza dell'ego si identifica con la sostanza biologica e con le esperienze terrene, laddove il sé superiore è più vicino alla fonte--che è puro amore e luce.